martedì 24 novembre 2009

Ami questo lavoro scientifico?


Moltissimo.

Stare all'aria aperta e vedere come la natura risponde alla mie sollecitazioni.

Fare delle ipotesi sui colori con cui nasceranno i fiori dei piselli e verificare il loro aspetto. Raccogliere i semi e vedere tutta la potenza che sta all'interno di questi piccoli involucri.

Il mio spirito è da scienziato.

Sei un biologo o un matematico?


Forse prorpio in questo punto risiede uno dei maggiori contributi che ho dato alla scienza.

Forse per primo ho applicato i metodi della statistica e del calcolo delle probabilità alle scienze. Ho piantato e seminato per anni un quantità incredibile di semi e poi ho contato i risultati. Con precisione e pazineza. Alcuni dicono che sono stato troppo preciso, nei risultati.

Ma ben sappiamo che maggiore è la quantità di elementi osservati e maggiore è l'approssimazione con cui i dati statistici raccolti avvicinano la probabilità teorica

mercoledì 30 settembre 2009

QUALE E' STATA LA TUA IDEA ORIGINALE?

Il concetto base è molto innovativo. Ritenevo che l'ereditarietà sia un fenomeno dovuto ad agenti specifici contenuti nei genitori, al contrario di quanto creduto all'epoca.

Ho identificato dopo sette anni di selezione sette varietà di pisello che differivano per caratteri estremamente visibili (forma del seme: liscio o rugoso; colore del seme giallo o verde.

Proprio grazie a queste caratteristiche il pisello (Pisum sativum) si prestava particolarmente, oltre ad avere un semplice sistema riproduttivo; così ho impollinato a piacimento i mei vegetali.

Ho operato con un vastissimo numero di esemplari perché sapevo che le leggi della probabilità si manifestano sui grandi numeri.
Ho prese due varietà di piante di pisello completamente diverse, appartenenti alle cosiddette linee pure (ovvero quelle nelle quali l'aspetto è rimasto costante dopo numerose generazioni), e ho iniziato ad incrociarle per caratteri specularmente diversi: ad esempio una pianta a fiori rossi con una pianta a fiori bianchi.

Ho notato che la prima generazione filiale manifesta soltanto uno dei caratteri delle generazioni parentali e ne ho dedotto che uno dei due caratteri deve essere dominante rispetto all'altro.
Da questa osservazione ho estratto la legge sulla dominanza.

Incrociando poi tra loro le piante della generazione ho osservato la ricomparsa, in parte della successiva generazione, di caratteri "persi". Così ho capito che non erano realmente scomparsi, bensì erano stati "oscurati" da quello dominante.

Osservando la periodicità della seconda generazione filiale, (tre esemplari mostrano il gene dominante e uno il gene recessivo) ho fatto ulteriori scoperte le scoperte sulla esistenza dei geni (detti in un primo momento caratteri determinanti ereditari).

SEI TU IL PADRE DELLE GENETICA?


Così si dice anche se ai miei tempi, non troppo lontani da questi, si era lontanissimi dalle idee che stanno circolando su questi argomenti .

Sono Gregor Johann Mendel un biologo e un canonico agostiniano ceco (non nel senso di non vedente, ma come regione geografica). Io mi considero, per le osservazioni che ho fatto sui caratteri ereditari, il precursore della moderna genetica.
Il nome "Gregor" - con sono oggi universalmente noto - mi è stato attribuito all'atto della mia ordinazione sacerdotale.

Quello che ho fatto è stato di eseguire una grande quantità di esperimenti, coltivando e analizzando durante i sette anni di ricerca circa 28.000 piante di piselli; successivamente ho impegato un biennio per elaborare i miei dati che mi hanno portato a due generalizzazioni che sono diventate dopo molti anni famose come Leggi dell'Ereditarietà di Mendel. Tuttavia il mio lavoro scientifico è stato riconosciuto dalla comunità scientifica solo dopo la mia morte